di Antonio Marchesani – Filosofo. psicologo e psicoterapeuta
Il Benessere Organizzativo è un modello di ricerca che definisce un’ organizzazione efficace e produttiva se assicura un adeguato grado di benessere fisico e psicologico ai propri lavoratori: valuta gli aspetti critici e le positività degli ambienti di lavoro. Sappiamo che negli operatori delle relazioni di aiuto spesso si va incontro a manifestazioni/burnout che portano all’esaurimento emozionale e ad un atteggiamento di distacco sul lavoro. Inoltre nell’interazione tra persona e ambiente si può inserire facilmente uno stato emozionale di Stress. Una recente definizione della Commissione europea indica lo “stress lavorativo” come l’insieme di reazioni emotive, cognitive, comportamentali e fisiologiche ad aspetti avversivi e nocivi del contenuto del lavoro, dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro. Questo quando siamo nella teoria, cioè nella mente, ma cosa succede nel vissuto dell’operatore a continuo contatto con il suo paziente?
C’è uno spazio, un angolo dove poter esprimere le sue ansie mobilitate dall’incontro con il suo paziente “cieco e sordo”?
C’è la possibilità di uscire dalla competizione e volersi bene?
Dagli studi scientifici sulla comunicazione abbiamo appreso dell’importanza del feedback e del ritorno del messaggio ricevuto, sempre diverso dal messaggio emesso. Abbiamo appreso che c’è una comunicazione attraverso la parola e una ancor più significativa comunicazione non verbale. In altre parole il corpo comunica, con le sue tensioni, il tono di voce, la postura, lo sguardo. Anzi come suggerisce la Bioenergetica il corpo e la mente sono funzionalmente identici. Se si associa il lavoro sul corpo con quello della mente si aiutano le persone a risolvere i propri problemi emotivi e a realizzare il proprio potenziale. Se alleggeriamo la tensione nel corpo prodotta dallo stress aumentiamo la nostra energia e possiamo riacquistare piena vitalità e benessere. Se impariamo a respirare profondamente possiamo esprimere i sentimenti presenti nella pancia.
Alexander lowen fondatore dell’Institute for Bioenergetic di New York ha pubblicato numerosi lavori dove vengono presentati gli esercizi utili a far aumentare la fiducia in sé stessi (radicamento, grounding, respirazione, consapevolezza, espressività, esercizi di coppia e di gruppo, ecc.) Anche la Pedagogia, che dovrebbe essere il denominatore comune dei Corsi di Formazione, afferma che gli operatori non devono lasciare il loro corpo all’ingresso del posto di lavoro e che il sapere –la trasmissione del sapere- si accompagna sempre al saper fare e soprattutto al saper essere cioè al sapersi presentare , suscitare empatia, disponibilità all’ascolto, comprensione, compassione di sé e dell’altro, tenerezza.
In sostanza la Formazione deve permettere l’unione del Sé, l’Io profondo, con i differenti ruoli sociali cioè col Sé sociale e lavorativo. Questo è possibile attraverso attività di rilassamento, respirazione, esercizi di comunicazione e di interazione che associano il corpo ,il gesto, l’osservazione ,il silenzio ….alla parola.
Quante cose non si apprendono da un’attività di coppia quale quella della “guida e il cieco” della durata di alcuni minuti di deambulazione con occhi chiusi!: su di sé, sull’altro, sulle difficoltà a comunicare un sapere preciso (sulla strada da prendere e gli ostacoli da fare evitare al “cieco”), sulle condizioni della fiducia e dello scambio.
In pratica, in ambito formativo, si può integrare la dimensione teorica con i vissuti corporei attraverso una metodologia che alterni il sapere teorico con delle tecniche corporee che vanno sui vissuti emozionali corrispondenti alle varie fasi dell’ apprendimento. Si attua così di volta in volta un laboratorio esperienziale che coinvolge i partecipanti ai corsi di formazione con la possibilità di esprimere la sfera emotiva, lo stress, la conflittualità e il malessere.
Le tecniche antistress inserite in questi corsi vanno dal training autogeno alla distensione immaginativa, dal rilassamento alla bioenergetica, dagli incontri di parte di sé alla meditazione guidata. In genere si applicano esercizi di yoga-pamping, di contatto, respirazione dinamica, di espressione della voce, per apprezzare la quiete della mente e riuscire ad entrare nella stanza dell’ anima.
Ognuno di noi quando si pacifica con se stesso, con gli altri e con il mondo, accede a una dimensione interiore profonda: è un prendersi del tempo per raccogliersi, riconnettersi e ritrovarsi.
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