di Gregorio Paccone
In questi mesi ci stiamo occupando dell’applicazione della nuova norma, la ISO 9001:2015, nelle strutture sanitarie certificate, pubbliche e private.
Come ormai noto le novità che introduce la nuova revisione sono molte e significative e richiederanno, soprattutto in sanità, un cambiamento di approccio da parte di tutti i soggetti coinvolti: direzioni aziendali, organismi notificati, lead auditor, ecc. Molti di questi soggetti stanno interrogandosi, in queste settimane, su come cogliere le opportunità nel passaggio dalla vecchia edizione della norma alla nuova.
Alla luce dell’esperienza maturata in questi anni voglio fornire un contributo alla discussione e ho sintetizzato il pensiero di diversi esperti del settore nel documento allegato: Scarica Guida -iso-9001-2015-.
L’aspetto su cui voglio soffermarmi, in particolare, è l’approccio “Risk based thinking” (pensiero basato sul rischio), che permette all’organizzazione di determinare i fattori che potrebbero fare deviare i suoi processi e il suo sistema di gestione per la qualità dai risultati pianificati, di mettere in atto controlli preventivi per minimizzare gli effetti negativi e massimizzare le opportunità, quando esse si presentano. Continue reading
La teoria dell’Adattamento di Suor Callista Roy
A cura di Stefano Marconcini e Maurizio Ercolani
Il modello teorico di Suor Callista Roy origina principalmente dalla teoria dei sistemi e dalla teoria dell’adattamento . Si può affermare che il concetto di adattamento sia il fulcro dell’intero pensiero teorico della Roy. La teoria suscitò fin da subito, una vasta risposta da parte non solo degli operatori sanitari ma anche da parte di specialisti dell’educazione i quali analizzarono, verificarono ed applicarono questo modello del nursing presso i loro rispettivi campi del sapere.
La teoria elaborata si compone di cinque elementi definiti dall’autrice essenziali :
1. LA PERSONA FRUITRICE DELL ASSISTENZA;
2. LO SCOPO DEL NURSING;
3. IL CONCETTO DI SALUTE;
4. IL CONCETTO DI AMBIENTE;
5. L’ITER DELLE ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE.
Suor Callista sostiene che il professionista Infermiere con un’attenta analisi dei cinque elementi essenziali riesce ad acquisire una adeguata visione della realtà e quindi sarà in grado di sviluppare un processo infermieristico reale.
LA PERSONA
Secondo la Roy la persona è colui che riceve assistenza infermieristica, per cui accanto al concetto di persona colloca anche quello di famiglia, gruppo, comunità o società .
Secondo la teorica, ognuna di queste entità è un sistema olistico capace di adattarsi. Continue reading
a Cura di Stefano Marconcini e Maurizio Ercolani
LA TEORIA DEI CAMPI DI ENERGIA DI MARTA ROGERS
Teoria del Nursing molto complessa, molto distante dal pensiero infermieristico Italiano. Per elaborarla la studiosa americana impiega nozioni e concetti acquisiti da altre discipline scientifiche e umanistiche. Nelle affermazioni teoriche della Rogers, in particolare, si avvertono echi della teoria della relatività di Einstein, ma soprattutto della teoria dei sistemi elaborata negli anni cinquanta da von Bertalanffy. La teorica ha una concezione globale dell’uomo. Scrive: “L’uomo è un tutto unificato che possiede la propria integrità e che manifesta caratteristiche che sono più della somma delle sue parti e differenti dalla somma delle sue parti”.
I cinque presupposti fondamentali del modello concettuale:
Dal modello l’autrice sviluppa 4 concetti fondamentali:
Il campo di energia costituisce l’unità fondamentale degli esseri viventi e di tutto ciò che è inanimato, poiché il concetto di campo è un concetto unificante assolutistico. I campi sono sistemi aperti ed interagiscono e si integrano gli uni con gli altri. Continue reading
a cura di Stefano Marconcini, Maurizio Ercolani
LA TEORIA GENERALE DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA DI DOROTHEA E. OREM
Modello concettuale abbastanza strutturato nella comunità scientifica mondiale attraverso una vera e propria corrente di pensiero disciplinare. Il modello concettuale si sviluppa attraverso la definizione di tre teorie distinte ma colegate:
La teoria dei sistemi di assistenza Infermieristica comprende la teoria del deficit nella cura di sé, che a sua volta comprende la teoria della cura di sé. Il collegamento tra queste tre teorie costituisce, la “teoria generale di assistenza Infermieristica” o “teoria Infermieristica del deficit nella cura di sé”.La Orem parte da alcuni presupposti fondamentali formulare le 3 teorie base:
a cura di Stefano Marconcini, Maurizio Ercolani e Catalano Antonio Adriano.
HILDEGARD E. PEPLAU
Differentemente da altre teoriche, che si soffermano molto sulla fase iniziale di osservazione e di raccolta dati, elemento in cui fortemente ci viene in aiuto l’informatizzazione per la raccolta ordinata e l’elaborazione dei dati, la Peplau sviluppa una delle prime vere teorie del Nursing, lei stessa la definisce come “una struttura concettuale di riferimento” (schema concettuale di riferimento). La sua teoria ha una struttura concettuale che scaturisce da un lungo periodo di osservazione metodica e dalla cognizione che i fenomeni di interazione possiedono un notevole significato di tipo qualitativo-terapeutico per i risultati ottenuti. Tale riflessione implica la necessità da parte dell’infermiere di sviluppare conoscenze opportune. Ciò sposta la riflessione iniziale da “cosa sia l’assistenza infermieristica” verso “cosa sanno gli infermieri”. L’elaborazione del modello teorico è strutturato servendosi delle scienze sociali, dalla psicologia e dalla psichiatria, utilizzando tutti quei concetti che possono servire all’infermiere per risolvere i problemi incontrati quotidianamente ponendosi in relazione con la persona assistita. «Lo scopo dell’interazione che gli infermieri hanno con i loro assistiti è di erogare prestazioni infermieristiche che contribuiscano al miglioramento della salute e del benessere della persona. Continue reading
a cura di Stefano Marconcini e Maurizio Ercolani
Analizzeremo in questa seconda parte Il modello teorico sviluppato da Nancy Rooper, pubblicato nel 1980 in Gran Bretagna in seguito rivisto nel 1985 e nel 1990 sino alla realizzazione dell’ultima edizione nel 1998. Modello teorico basato sulle attività di vita (ALS) è estremamente diffuso nel Regno Unito, in particolare nel settore pubblico. In seguito è stato tradotto in numerose lingue, poiché consente di essere facilmente impiegato sia nella pratica sia nella formazione.
Nancy Rooper
Insieme a Winifred W.Logan ed Alison J. Tierney fonda la teoria infermieristica che si basa sulle attività di vita. La sua teoria, che nasce dalla teoria della Henderson, è soggetta, durante la sua vita, a continui approfondimenti.
La teoria si basa su 2 modelli concettuali:
Si parla tanto di modelli teorici di riferimento o di linguaggi infermieristici standardizzati, ma in realtà quanti sono i colleghi che utilizzano nei reparti o nei servizi i modelli teorici o i linguaggi standardizzati?
La disciplina infermieristica è fondata su modelli teorici di riferimento, per modello teorico s’intende la rappresentazione che le discipline e le scienze usano per presentare i loro concetti e le relazioni che li legano.
Attualmente sono poche le realtà che utilizzano in modo uniforme i modelli teorici di riferimento, ancor più una pianificazione dell’assistenza secondo tali modelli. Ognuno di noi ha studiato, si è preparato avendo come riferimento un modello teorico, però perché questo sia opportuno nella gestione delle cure infermieristiche, dovrebbe essere utilizzato da tutto il gruppo di infermieri di quella struttura. Sicuramente l’accertamento infermieristico oramai è abbastanza diffuso in molte le realtà, ma perché il processo sia completo ed esaustivo, bisogna anche pianificare tutti i passaggi del percorso assistenziale infermieristico. Oggi è possibile supportare l’utilizzo delle teorie per l’accertamento e la pianificazione dell’assistenza con sistemi gestionali informatizzati i quali permettono di velocizzare il processo e di individuare dei percorsi predefiniti per problema di assistenza infermieristica.
Vediamo di individuare quelle che sono le caratteristiche principali dei modelli teorici e dei linguaggi infermieristici e la possibilità di informatizzare il processo assistenziale con il modello in analisi.
Partiamo con Virginia Henderson:
Virginia Henderson, l’indiscussa progenitrice della “scuola dei bisogni”, elabora la sua definizione dell’assistenza collegandola per la prima volta al concetto di bisogno. Il bisogno è visto con una valenza positiva, cioè dal punto di vista di una necessità e non una mancanza, e l’attività infermieristica deve puntare al raggiungimento dell’indipendenza. Henderson ha anche identificato 14 situazioni fondamentali, che diventano bisogni di assistenza quando la persona non è indipendente in esse a causa di mancanza di forza fisica, volontà o conoscenze. Secondo la Henderson da “The Principles and Practice of Nursing”:
“La peculiare funzione dell’infermiere è quella di assistere l’individuo malato o sano nell’esecuzione di quelle attività che contribuiscono alla salute o al suo ristabilimento, o ad una morte serena, attività che eseguirebbe senza bisogno di aiuto se avesse la forza, la volontà o la conoscenza necessarie, in modo tale da aiutarlo a raggiungere l’indipendenza il più rapidamente possibile.” La sua può essere considerata una vera e propria esposizione filosofica, oggetto dell’assistenza infermieristica sono sia le persone ammalate che quelle sane. Si evince dalla definizione della Henderson che l’infermiere assiste il paziente con attività essenziali al fine di preservare la salute, condurlo ad una guarigione o accompagnarlo serenamente alla morte. E’ importante sottolineare che in tale modello l’indipendenza del paziente è fondamentale per il mantenimento o recupero della salute, è una teoria del Nursing con un approccio olistico verso la persona. Continue reading
Per richieste ed informazioni: info@scienzeinfermieristiche.net
La Legge di Stabilità 2016 introduce importanti novità anche per le strutture (pubbliche e private) che erogano prestazioni sanitarie.
Le disposizioni riguardano in particolar modo le attività di prevenzione e gestione del rischio clinico, per le quali l’obiettivo principale è una maggiore appropriatezza nell’utilizzo delle risorse disponibili e una più attenta tutela del paziente.
L’adozione di adeguate procedure per l’igiene delle mani è di fondamentale importanza per la prevenzione delle ICA (Infezioni Correlate all’Assistenza Sanitaria e Sociosanitaria). Si stima che circa 1/3 delle infezioni ospedaliere potrebbe essere evitata con un’adeguata igiene delle mani.
Le “WHO guidelines on Hand Hygiene in Health Care” sono uno strumento estremamente utile per un’efficace azione di prevenzione.
Esistono strumenti in grado di facilitare la verifica dell’adesione alle procedure di igiene da parte degli operatori?